NO ALLE SQUADRE B IN LEGA PRO

Vabbè, discorso inutile. Stiamo parlando di due cose diverse.
Io non parlo di calcio "pane e vino" ma di calcio tecnico. Dove le piccole realtà (mai chiamate così, dove l'hai letto?) sono espressione della bontà di un territorio. Dove queste cercano di far crescere i ragazzini, tutti, indistintamente. Dove anche quello che non è alto 1,85 a 10 anni può ambire a fare li portiere e magari diventare il Nuciari del 2030. Dove il piccoletto con i piedi buoni ma che vola a destra e sinistra appena si prende una spallata dai compagni può continuare a giocare e magari, sempre nel 2030, potrà diventare il nuovo Insigne.

Se togli la dimensione sociale al calcio, questo diventa puro business. E con il business va a farsi fottere ogni discorso ideologico, filosofico e sociale. Quindi avremo sempre meno ragazzini che giocano a calcio e più ragazzini che giocano a Fifa duemilasalcazzo. O peggio, che annoiati dai pomeriggi estivi vanno in giro a bruciare barboni o sparare ai vicini di casa.

Il calcio che da possibilità di vita oltre che di vittoria è il calcio che piace a me. E questo non nasce e cresce con le squadre B perchè queste rubano visibilità alle (tue) piccole realtà e quindi minori investimenti, minori guadagni e più opportunità e profitti virtuali per chi di questi ne ha già in abbondanza.

Ma va bene, andiamo avanti per questa strada. Poi sarò felice di ricordarvi le mie parole quando tra altri quattro anni saremo ancora in poltrona a vedere giocare l'Arabia Saudita ai mondiali mentre noi facciamo da sparring partner. Oppure tra uno/due/tre/quattro anni quando saranno ancora le squadre spagnole a vincere quattordici coppe europee su quindici. Ahhhh già, loro le hanno le squadre B ... Ma hanno anche il coraggio di far giocare i ragazzini nemmeno maggiorenni in prima squadra! Da noi i più giovani sono i venticinquenni.