Il bello della curva

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Ho letto questo articolo su monza-news e devo dire che dopo un incipit anche interessante e coinvolgente, mi aspettavo qualcosa di più di quello che poi ho trovato.

Innanzitutto la curva, per come la intendo io, è qualcosa di molto diverso dal frequentare il luogo fisico la domenica. Purtroppo, e lo dico perchè io non potrei mai farlo vista la lontananza da Monza, la "curva" è anche, se non soprattutto, la frequentazione del gruppo o dei gruppi al di fuori di questa. Sì, certo, sono tifoso e vado allo stadio a tifare la domenica. Ma questo ti è permesso da chi in settimana spesso si sbatte per cartelloni, coreografie, organizzazione logistica della curva, in casa ed in trasferta.

Devo anche dire che questo mio modo di pensare la curva è assolutamente inficiato dalle mie esperienze giovanili in mezzo ad amici curvaioli bergamaschi. Questi vivevano la settimana tanto intensamente che la domenica per loro era quasi una liberazione. Si coronava sì tutto il lavoro della settimana ma si era anche liberi di sfogarsi con cori e coreografie studiate e realizzate con anche lavori noiosi.

Anche il discorso sui ceti sociali è un po' un luogo comune. E' vero, in curva si incontrano tutti. Anche fuori dalla curva ci si trova tutti. Quando si ha un intento comune, che sia la squadra di calcetto del giovedì sera o il gruppo di preghiera della martedì, i ceti sociali vanno a farsi benedire e si è tutti uguali davanti al fine. E' tutto normale, non è una specialità della curva anche se all'interno di essa è corretto evidenziare che ci sia.

Aggiungo che il frequentare la curva ed i gruppi che la compongono, significa anche allinearsi ai valori (non solo politici, preciso) di quel gruppo o di quei gruppi. Significa anche imparare a vivere quei valori oltre che rispettarli e farli rispettare. Ci sono delle linee di demarcazione che non possono essere oltrepassate e queste vengono definite dalla curva.

Sì, vero, andare in curva la domenica al Brianteo è bello e così deve essere. Deve essere inclusivo per le famiglie e per i saltuari. E certamente sia le famiglie che i saltuari sono da considerarsi dei tifosi come tutti gli altri. Ma questo non significa "vivere la curva".