Fidelizzare nuovi tifosi!

Penso che Monza 72 si riferisca non solo all'immigrazione dal sud e dal terzo mondo, ma anche all'immigrazione a corto raggio leggasi dal Milanese. E posso confermartelo anch'io, dato che sono 30 anni che svolgo attività ai seggi quando ci sono le elezioni, e vedo luogo e data di nascita delle persone. Ebbene, la stragrande maggioranza degli elettori è gente nata a Milano. I Munsicasch veri e propri si contano sulle dita di una mano e si tratta di giovanissimi ai primi voti, figli dei milanesi arrivati in città 18 anni prima, oppure, all'opposto, di anziani over 65.
Per dirtene una: nell regionali dello scorso week end ero a S. Rocco: sulle ceneri della vecchia ditta Garbagnati, nell'adiacente località di S. Lorenzo, sta sorgendo un villaggio di ben 18 palazzi + supermercato e asilo nido (a dire il vero molto bello). Parlo col capocantiere, e mi dice che il 90% degli acquirenti è gente che arriva da Milano o dal Milanese. E di sta parlando di un vero e proprio nuovo quartiere, che aggiungerà a Monza altri 2000 abitanti circa.
La nostra città attira, nell'immaginario dei Milanesi c'è l'idea di una città verde. Non sanno che la realtà è ben diversa, con un indice di edificazione del suolo, tolto il parco, vicino al 100%, la stessa Milano è di gran lunga più verde, con molti parchi disseminati in vari punti della città e l'area sud ancora molto agricola. Ma tant'è.
Tutto bello (?), se non fosse che ogni medaglia ha il suo rovescio. Le nuove famiglie che arrivano in città non sanno nulla della storia locale, nè hanno il minimo interesse ad informarsi. Per loro Monza è soltanto un dormitorio comodo per Milano, dove comunque hanno ancora il loro fulcro di attività lavorativa, interessi, affetti. Se chiedi a loro dove lavorano, non ti risponderanno "lavoro a Milano", ma "lavoro in corso Buenos Aires, corso Lodi, Inganni" e via dicendo. Come se Monza fosse una zona di Milano.
Sabato 25 febbraio vedrai il centro Monza pieno di bambini con maschere e coriandoli. Già, perchè i loro genitori, arrivati da Milano, ignorano totalmente che Monza è fieramente romana, tantomeno conscono l'aneddoto che sbattemmo letteralmente fuori dalla città S. Ambrogio, tanto che festeggiare il carnevale ambrosiano a Monza è come mangiare il panettone a Napoli.
Il Comune non aiuta, tantomeno il nostro sindaco radical chic Pilotto, che anzi, da buon PD aveva remato contro l'istituzione della nostra provincia in favore dell'adesione alla Città Metropolitana di Milano. Nelle scuole non si prescrive più il bel volume "La città di Teodolina" che la nostra generazione aveva imparato alle elementari.
Tutto questo non giova affinchè i nuovi cittadini arrivati a Monza si sentano Monzesi, nè a loro, nè ai loro figli che comunque nasceranno a Monza. E la cosa si rifletterà giocoforza sul tifo calcistico, che tradizionalmente affonda le sue radici nell'attaccamento al campanile.
La scelta delle nuove generazioni di tifare Monza anzichè le 3 multinazionali, potrà basarsi soltanto sui risultati, dal momento che l'attaccamento al campanile non esiste. Ma sarà una scommessa già persa in partenza, dal momento che il Monza non potrà mai avere le risorse nè l'appeal di un Milan o Inter.

Tutto quanto sopra a Bergamo non esiste o comunque esiste in misura di gran lunga minore che a Monza. L'immigrazione non è tale da cancellare completamente la cultura locale.