Re:
newpagala, 27/08/2013 09:10:
Qualcosa per favorire i giovani andava fatto.
Era già stato fatto ... Voglio ricordare che negli anni passati avevamo allenatori che giocavano prima con la calcolatrice che in campo e solo per avere il giusto numero di giovani in rosa per evitare di perdere i contributi, tra l'altro necessari per tirare a campare.
Quella era una regola più giusta, chi valorizza il giusto numero di giovani ha dei contributi.
Ma capisci che è molto diverso dire "DEVI avere un'età media di 2x anni NON VEDI UN EURO" rispetto a "se HAI un'età media di 2x anni puoi avere UNA PARTE IN PIU' dei contributi".
La prima è un'imposizione la seconda un consiglio.
Oltre a questo, esiste anche la regola che se un giocatore cresce nel tuo vivaio e poi passa professionista la società di origine ne ha benefici. Ad esempio questa regola sarebbe da modificare ed applicare meglio per dare vantaggi a chi lavora sul territorio. Il problema di quest'ultima regola è che le grandi squadre iniziano a portar via i giocatori sempre in età più giovane (15/16 anni) quando già qualche potenzialità si vede ed il reale vivaio, quello che è passato da tutti gli oratori per guardarsi in giro, ne perde tutti i diritti.
E poi, che senso ha questa regola dell'età media? Se una squadra di prima divisione ha un'età media di 25 anni e passa in serie B, dove di età media non se ne parla, partirebbe svantaggiata nella nuova serie avendo una rosa piena di giovani che "forse" non sono adatti alla categoria ma che ha dovuto mettere sotto contratto per rispettare la regola e che non potrà nemmeno sbolognare in prima o seconda divisione perchè ormai passati oltre l'età media, o al limite, o lo dovrà fare gratuitamente ... Insomma, per farla breve, come cavolo fa una società a programmare un periodo pluriennale se le regole cambiano in base alla possibile categoria? Iniziamo a fare contratti con la clausola che in caso di promozione il contratto può essere rescisso? E questo gioverebbe ai giovani? Parliamo tanto di precariato in tutti i campi e che forse deve essere il caso di limitarlo il più possibile e poi facciamo regole per aumentarlo?
Dai, io posso essere anche concorde che questa regola abbia degli aspetti positivi ma sono solo molti di più quelli negativi. Il problema di Macalli & C. è che pensano di essere la panacea del calcio ma se regole del genere non le discuti con tutte le leghe, comprese serie A e B, operando in maniera tale che questa regola possa inserirsi in un contesto più omogeneo, non puoi andare altro che incontro ad un fallimento.
Detto questo, come ho sempre sostenuto, la politica dei vivai e dei giovani deve comunque essere una priorità di una società e non un'imposizione della lega.