Caro diario,
oggi non vorrei raccontarti della mia giornata ma vorrei fare un piccolo resoconto di cosa ho imparato nelle ultime settimane.
Prima di tutto, poco meno di venti giorni fa, ho imparato che quando un gruppo di ragazzi ben allenati e preparati e con, soprattutto, voglia di farsi vedere riescono a fare squadra, possono mettere paura a tutti, anche se forse non sono i migliori del loro gruppo. Quella stessa sera ho imparato anche a perdere. Perchè se è vero che non c'è sconfitta nel cuore di chi lotta, è anche vero che la sconfitta, dopo che hai lottato, brucia sempre e comunque. Ma c'è modo e modo di perdere. Ed io ho assistito al miglior modo possibile e, porca miseria, ne sono stato anche quasi contento. Beh, non esageriamo, più che contento diciamo molto fiero.
Però, non può mai mancare un però, allo stesso tempo ho imparato che, ancora una volta, la legge non è uguale per tutti perchè ci sono leggi anti-discriminazioni che sono discriminanti. Questo fa sì che anche i più irriducibili inizino a non credere più in queste leggi. Lo stadio vissuto in maniera felice, entusiastica e assolutamente sportiva, che riesce a creare una vera festa di sport, non può essere rovinato da quattro stupidi burocrati con le fette di salame sugli occhi. Ma questa è l'Italia, quell'Italia alla quale non interessa riempire gli stadi ma interessa riempire le tasche di qualcuno, e chi se ne frega se poi la gente si disaffeziona. Forse se ne accorgeranno solamente quando tutti gli stadi saranno veramente vuoti e poi, soprattutto, nessuno farà più l'abbonamento alla pay-tv perchè, in fondo, del calcio chi se ne frega!
Caro diario, nei giorni successivi allo scoramento per la chiusura del mio stadio, ho anche imparato che ogni avventura deve essere affrontata al massimo. Nessuno ti regala mai niente, nè se è in lotta per qualcosa nè se è in lotta per il solo orgoglio. Se non affronti la sfida al massimo, cercando di ottenere il massimo, e forse anche qualcosa in più, è come estraniarsi dalla lotta e puoi fare solo brutte figure. Tutte le attenuanti del caso non giustificano il non provarci. Ed anche se "sono situazioni che capitano" è nostro dovere cercare di evitarle più spesso possibile. Anche perchè in questa stagione non è stata la prima ed unica volta. Siamo caduti, male, e senza il sostegno dei miei tifosi è stata dura alleviare i dolori di questa sconfitta.
Già, i tifosi. Quei tifosi che mi amano indipendentemente. Quei tifosi che mi accompagnano dovunque vada. Quei tifosi che mi fanno sentire il loro calore sempre e comunque. Quei tifosi che non vogliono barriere tra me e loro e che, purtroppo, per troppo amore, qualche volta trascendono anche le semplici leggi della convivenza. Ma non saranno certo quattro transenne o qualche piccola incomprensione con chi gestisce queste situazioni che ci allontaneranno. Loro mi vogliono bene, io voglio loro un bene dell'anima. Da tutto questo, alla fine, ho imparato che all'interno dell'amore deve però essere sempre ben presenteun valore fondamentale, il rispetto. E questo non può essere solo in un senso, il rispetto deve essere recirpoco. Loro dovranno imparare a rispettare le "transenne", intese come mia privacy, così come io dovrò imparare a rispettare la loro necessità di "vivere con me".
E questa lezione sulla loro necessità di "vivere con me" credo proprio di averla imparata. Ieri è stata una festa dove non mi sono risparmiato in nessuna maniera, dove non mi sono nascosto per alcun motivo, dove volevo loro con me e loro volevano stare con me. Ho dato tutto, hanno dato tutto, abbiamo dato tutto tutti. Forse qualche punta di esagerazione da una parte e dall'altra, ma tutto comprensibile, tutto giustificabile. Ancora una volta, una festa! Una festa che nessun burocrate spero possa rovinare così come nemmeno le voci di corridoio che, a calda, possono essere interpretate a seconda della convenienza. Ecco l'altra lezione che ho imparato in questi giorni. Ho imparato ad ascoltare e filtrare ciò che viene detto. Bisogna sentire tutto e tutti ma imparare cosa valga davvero la pena ascoltare. Non voglio davvero ascoltare le voci che girano nel dietro le quinte, perchè non è il momento. Ed in questo vengo aiutato dal fatto che ho ancora nelle mie orecchie il tuono delle urla dei miei tifosi, i canti di gioia verso il nostro Pelè, i cori del "tifo munscia e son cuntent" e il rumore dei "cinque" dati a tutti, proprio tutti, i curvaioli.
Ebbene sì, caro diario, ho imparato davvero molto in queste ultime settimane. Tutte lezioni imparate comunque grazie al lavoro ed alla forza di chi le ha vissute con me. E nonostante si sia raggiunto l'obiettivo primario della stagione, so anche che non tutto è ancora finito. Ma adesso, se devo proprio tirare una conclusione, direi che la "madre di tutte le lezioni" è ... FINO ALLA FINE IL CALCIO MONZA!
Sempre tuo,
AC Monza-Brianza 1912
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L'ALCOOL E' NEMICO DELL'UOMO ...
CHI FUGGE DAVANTI AL NEMICO E' UN CODARDO!
(scritta anonima letta nel ristorante prima della partita ad Alessandria)
L'utente più pirla del forum sul blog1912