00 06/08/2022 10:06
Se davvero volete leggere quanto sto per scrivere, prendetevi il vostro tempo, mettetevi comodi ed accendete un po' di musica soft sul vostro pc, smartphone, radio o chi più ne ha. Vi consiglio di mettere un sottofondo romantico anche se, per quanto leggerete, il mio consiglio è l'album Ahia! dei Pinguini Tattici Nucleari. Ma non c'è nulla di obbligatorio, van bene anche Neil Young, Laura Pausini, gli ACDC, Panetti, il Tre, gli Aborti Mancati o quello che più vi aggrada. Anche un bel silenzio, che non fu mai scritto come scrisse quello là. Non facciamo alcuna discriminazione musicale. Faccio anche una piccola premessa. Quando scriverò di tifosi intendo i monzisti in senso lato e non nello specifico gli ultras che, rispettabilmente, sono tifosi a modo loro. Voglio precisare solo perchè non ci siano equivoci e perchè il tifoso non deve essere per forza quello in balaustra che canta ed urla.







Proprio ieri, alla notizia che il mio biglietto in curva nord per la partita con il Frosinone era stato annullato ho vissuto un ulteriore momento di sconforto. Ma davvero siamo messi così male? Ma davvero questa società vuole solo i tifosi che possono permettersi cifre impopolari allo stadio? Ma davvero sono così slegati dalla realtà? E, soprattutto, davvero hanno bisogno dei quattro spicci che raccolgono alla faccia dei monzesi?

Ma poi, come spesso mi accade, è la musica che mi viene incontro. Il buon Spotify spesso fa partire canzoni che nulla hanno a che fare con i miei gusti o che in un determinato momento sono completamento fuori tono. Non so se capiti anche a voi ma capita davvero spesso. Ma ieri no. Un po' come la radio di Ligabue in Certe Notti che sembra avere capito chi sei, ha cercato romanticamente di darmi una mano.

Ieri ho pensato che
Vorrei andare in montagna
Per dimenticarmi di te
Un po' di freddo certo male non fa


Spotify con l'aiuto dei "Pinguini" mi ha voluto ricordare che qualche volta quando sei troppo preso da una situazione il cercare di estraniarsi è sempre una buona idea. Più ne sei coinvolto, più questa situazione è calda e più questo isolamento è necessario. Tanto un po' di freddo certo male non fa. La mente fredda è più serena.

Mi è ritornata in mente
La cantilena che ti insegnano a scuola
Per ricordare i nomi delle Alpi
Ma con gran pena e poi boh, non le so


Isolandoti dal problema inizi a pensare a tutt'altro ed il raffredare i pensieri aiuta a ragione con mente più libera. Inizi a slegarti dalla contingenza, a tralasciare le emozioni del momento. Puoi essere libero di volare al di sopra delle montagne. Quelle montagne che proprio ora sono intorno a me e che mi danno più un senso di libertà che non di oppressione. Ahhhh, tanto per non farvi rimanere con la curiosità, ma con gran pena le reca giù è la famosa cantilena. Però lascio a voi il collegarla ai nomi delle Alpi.

Sapessi i pensieri che ho perso
Che ho scacciato via dalla mia testa
Perché tu ci dormissi comoda dentro
E ti sentissi speciale come in un giorno di festa


Mamma mia!!! Ma allora 'sti Pinguini mi vogliono proprio male. La mente libera mi dice che è assolutamente vero. Negli ultimi anni sono riuscito a soprassedere a molte delle mie convinzioni, dei miei principi, dei miei valori e tutto questo solo dare la possibilità ad una società ambiziosa ed importante di poter fare del Monza quello che oggi è. Ho messo la testa sotto la sabbia quando mi hanno propinato un allenatore più incapace che odioso ed antipatico. Quando hanno cacciato senza alcun ritegno alcune delle nostre bandiere della rinascita, prima quella di Zaffaroni e forse ultima quella Andrea "Ciccio" D'Errico. Non mi sono mai ribellato alle campagne acquisti senza senso che portavano al nostro Monzello giocatori che poi non hanno mai visto il campo o che hanno iniziato a gironzolare per lo stivale italico senza alcuna motivazione valida. Campagne acquisti faraoniche ma senza nè capo nè coda. E tutto questo perchè ho sempre pensato di essere un bastian contrario e non avevo diritto di replica visto che chi vince, nello sport, ha sempre ragione. Ecco sì, questo è un altro dei miei valori che ho intenzionalmente calpestato in questi anni. Perchè non lo credo. Sono convinto che nello sport è sempre e solo chi si diverte e chi fa divertire che ha ragione. Altrimenti i miei vicini di casa atalantini, bontà loro, non avrebbero mai avuto ragione ed invece sono felici. Felici ed in cuor loro vincenti. Dicevo, ho sopito il mio malcontento per tutto questo tempo mettendomi ad urlare solo quando avevo la testa sotto la sabbia in maniera tale che nessuno sentisse e che la festa del mio Monza non si rovinasse. Perchè si sta vincendo. Si sta vivendo un sogno. Ma forse non ci stiamo rendendo conto a quale prezzo.

E ancora so che ti piace il McFlurry
Ma solamente alle tre del mattino
E del tuo primo bacio agli autoscontri
Che hai dato a quel cretino
Un bullo del tuo paesino


Questo è il sapore del mio Monza. Il mio Monza è quello che vive nella sua gente e non nel palazzo di cristallo. E' quello del pane e salame a Dro o Ciserano tutti insieme e non quello del caviale e champagne a Villa Gernetto solo per un'élite. E' quello che si immerge nel suo popolo, esiguo o numeroso che sia, ma che con lui va alle tre del mattino al Mc a prendersi il McFlurry. Ricordo anche il buon Colombo all'uscita degli "stadi" che era sempre disponibile anche quando era incazzato nero per prestazioni indicibili. Ma potrei citare episodi dei tempi di Radice, di Magni, quando però il calcio era altra roba. Più vicina a noi l'immagine di Soragna che di fronte al vetro dello stadio di Fermo si commuove fino alle lacrime stirando una sciarpa biancorossa quando gli viene detto:"Questo scudetto è anche un po' tuo!". Questo sì che è il mio Monza. Quello genuino. Quello spontaneo. Quello che senti tuo perchè vi partecipi attivamente. Quello che ti emoziona. Quello REALMENTE romantico.

I nomi delle tue zie
Navigano dentro i miei mari
E affogan tutte le poesie
Che so fin dalle elementari
E forse un po' ti farà pena
Questa mia povera testa
Che sa ancora tutto di te
Perché per quanto mi sforzi
Sei tutto cio' che mi resta


Ehhh sì, perchè noi non abbiamo mai seguito l'onda dell'entusiasmo. Noi siamo tifosi da quando da piccoli qualcuno ci ha portato lungo via Mentana o via Turati per andare al Monza. In quello stadio rumoroso, affollato ma genuino. Quanti ricordi ci sono nella mia testa. Quanti nomi delle zie... Marconcini, Beruatto, Acanfora, Scaio Scaini, il figlio di Regina Pacis Massaro, il bergamaister Bolis, Penzo, Pinato, Carruezzo, Antonioli, Monguzzi, Gasparini, Ganz, Casiraghi, Gigi Di Biagio, Brambilla, Spadino Robbiati, Campolonghi, Matteo Beretta, Santos, Menassi, Espinal ma anche i più recenti Gasbarroni, Omar Torri, Uliano, il mio quasi compaesano Grandi, Hetemaj, Perini, Guidetti Sashone Cori... E questi tirati fuori solo a memoria ed al volo. E se dovessi iniziare con le poesie che questi ed i loro compagni hanno scritto sul rettangolo verde non basterebbero millemilamigliaiadimilioni di terabyte per archiviare questo articolo.
Ebbene sì, forse vi farò un pena perchè piagnucolo di tempi passati e senza comprendere la gioia e la bellezza del presente ma, credetemi, trovo che la distanza tra società e tifosi abbia raggiunto un livello insopportabile. E nonostante tutto, per quanto mi sforzi, non riesco a mandare a fare in culo tutto e tutti fregandomene di cosa sta accadendo perchè... Perchè so tutto di te e non voglio dimenticare tutti i momenti passati insieme. Ma anche perchè calciatori, allenatori, dirigenti, presidenti, prima o poi passano tutti mentre i tifosi restano. E di quelli che passano continuerai a ricordarli non per quello che hanno vinto ma per quello che ti hanno dato.

Le cicatrici che c'hai sulle gambe
Son Magi che raccontano una storia
Di una bimba che cadeva sempre
Nelle ore di motoria e che conosco a memoria


Momenti belli e momenti brutti. Quante cicatrici che hai sulle gambe. Che abbiamo sulle gambe. Siamo caduti tante volte. Molte più di quelle in cui abbiamo trionfato. Seedorf, Armstrong, D'evant, Atzeni... Ma anche gli scontri persi negli anni 70 che interrompevano i sogni di gloria o gli spareggi nell'era Begnini e molti altri momenti più o meno deludenti. Cazzo! Quanti momenti di dolore abbiamo passato insieme. Già, insieme. Perchè in mezzo alla dozzina di monzisti presenti ad Inveruno, negli undici a Pontedera, nei nove a Reggio Calabria ed in mille altre occasioni quando nessuno ormai più credeva in te, nemmeno durante per le partite in casa dove in curva si erano una ventina, i monzisti c'erano. E da quando ho potuto ho portato anche i miei figli come fece mio padre prima di me. Conosco tutte queste emozioni a memoria.

Ed ora che sai camminare dritta
E forse non finisci gambe all'aria
Ti prego fatti dire amore mio
Che eri davvero bella
Quando cadevi dicevi Ahia!


Non è la sindrome dell'infermierina. Non è quel sentimento che ti porta a voler continuamente un malato in casa da curare. E' solo che io voglio essere libero di poter partecipare e vorrei che dall'altra parte ci fosse un minimo di riconoscenza per chi i nostri colori li ha davvero nel cuore. Ed invece nulla. La società non ci mette nulla del suo per avere dei tifosi ma preferisce avere degli spettatori. Quelli che oggi ci sono e che domani forse no. Anzi, quelli che oggi non ci sono perchè giochi contro il Frosinone che, con tutto il rispetto, non importa a nessuno ma domani quando giocherai con Napoli, Roma, Milan, Inter, Juve e poche altre sarà ben felice di occupare il posto dei veri tifosi per vedere la sua squadra del cuore o la squadra antagonista dei suoi colori, che non sono di certo il bianco ed il rosso. Questa mancanza di riguardo per i veri tifosi aggiunta alla borìa del "siamo bravi solo noi perchè abbiamo vinto tutto" mi ha fatto capire che è ora di tirar fuori dalla sabbia la testa e gridare al mondo biancorosso che "Io non ci sto!". Urlerò da solo, non mi importa nulla, ma voglio essere a posto con la mia coscienza. Il vaso ha tracimanto dopo le ultime umiliazioni tra le quali quella dell'annullamento del biglietto in nord per la partita di coppa Italia. Cosa incredibile tra l'altro. Perchè semplicemente dovuta ad un'organizzazione più dilettantistica che approssimativa (altro che "siamo bravi perchè abbiamo vinto tutto") e non certo all'amore dei tifosi che pur di poter accedere allo stadio ad un prezzo realmente popolare era disposta ad entrare in curva ospiti, abbracciare i frusinati, offrire loro una birra e mettersi insieme ad intonare "Fateme cantà" di Ultimo. Ed invece no, loro vogliono fare selezione e se tu sei un barbone che non hai 50 euro per andare in tribuna a vedere un'inutile partita di coppa Italia non sei degno di essere uno dei loro tifosi.

Ti prego fatti dire amore mio
Che eri davvero bella
Quando cadevi dicevi Ahia!


Non perchè ti sei fatta male ma perchè mostri il tuo essere disponibile a farmi partecipe della tua vita. Perchè in questo modo mi emozioni. Perchè i veri monzisti non sono come quelli là che si accontentano di vedere in televisione la vittoria di coppe o scudetti senza mai essere stati allo stadio o ad un allenamento. Il monzista vuole vivere la partita, la vita quotidiana della sua squadra. E per sentirsi davvero importante non ha bisogno delle vittorie ma di un molto più semplice e banale grazie. Un grazie che deriva anche da un riconoscimento della sua presenza. Ed invece no. In questo momento sembra che il monzista sia solo una mucca da mungere. Sarà solo una mia sensazione ed in quanto personale può essere sbagliata ma davvero sono incazzato per questa mancanza di rispetto. Ma questo non mi impedirà di certo di continuare a seguire il Monza. Continuerò a protestare contro tutto ciò che non mi va ma non appena ne avrò la possibilità sarò ancora lì sui gradoni a gridare Forza Monza. Io con i miei figli accanto. Perchè tutto e tutti passano ma l'amore del tifoso resta.
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L'ALCOOL E' NEMICO DELL'UOMO ...
CHI FUGGE DAVANTI AL NEMICO E' UN CODARDO!

(scritta anonima letta nel ristorante prima della partita ad Alessandria)

L'utente più pirla del forum sul blog1912