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Down e visibilità mediatica

Ultimo Aggiornamento: 12/12/2005 11:30
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Associazione attacca Maria De Filippi, lei si difende: c'è solo rispetto
Ragazzi Down nello show, è polemica
Coppia di fidanzati a «C'è posta per te» ma un gruppo di genitori accusa: vengono ridicolizzati



MILANO — Laura Pausini, sorridendo: «Non potete baciarvi in camera, eh!». Ettore, 22 anni, indicando Silvia, e strizzando gli occhi: «Io amo!» Silvia, 20 anni, indicando Ettore: «Io amo!». Risate in sala, applausi fra il pubblico di «C'è posta per te», su Canale 5. Maria De Filippi: «Sì, potete baciarvi in camera...». Ettore: «E vai... Grazie, bella!». Ettore strizza ancora gli occhi, tira fuori la lingua. La mamma di Silvia: «Lui mette a posto le sue cose quando si spoglia e va a letto, è ordinato. Non come Silvia. Lui lucida i pavimenti…». Silvia, con un grido: «Mamma, smettila!». Ettore: «Faccio tutto io, amore!». Silvia: «Bravo!» Ettore: «Grazie!». Risate, applausi. La mamma di Ettore: «Sei un bugiardo, non fai niente!». Ettore, con una smorfia: «Mia mamma è un po'matta!». Cori in sala: «Bacio, bacio!». I due si baciano a lungo. Il pubblico applaude e ride ancora.
«Ride di loro, dei nostri ragazzi — dice Carmen Rotoli, presidente dell'Agpd, Associazione genitori e persone con la sindrome di Down fondata nel 1981 — Io non voglio giudicare nessuno, ma li trattano come bambini. Molti nostri iscritti sono indignati. Bisogna rispettare la fragilità di questi giovani, la loro trasparenza: se no, li si fa soffrire, e si comunica il messaggio sbagliato. Li fanno apparire come pagliacci davanti a milioni di spettatori. Li ridicolizzano». «No, il pubblico ride insieme con loro, non di loro — dice Maria De Filippi — E noi non li ridicolizziamo per nulla. E' 2, 3 anni che i ragazzi Down vengono da noi, su richiesta loro o dei genitori. Li tratto come tutti gli altri. Con assoluta normalità. Così va fatto. Così dovrebbero trattarli tutti, comprese le loro famiglie. Anche chi fa queste critiche, e mi fa molto incavolare».
I «fidanzatini» sono apparsi in Tv sabato sera: «Sognavano di incontrare il loro idolo, Laura Pausini — dice ancora Maria De Filippi — E le madri volevano qualche promessa: che Silvia non si chiuda più in bagno a chiamare Ettore con il cellulare per ore con i conti alle stelle, che tutti e due non si chiudano in camera sempre per ore, e così via». Non c'è bisogno — dicono all'Agpd — che le madri portino i figli in Tv, per comunicare tutto ciò. Un padre: «Mia figlia, con la sindrome di Down, che lavora, e capisce tutto, ha ascoltato e mi ha detto: che schifo, papà».
«Noi — dice ancora Carmen Rotoli — vorremmo lanciare un appello ai giovani con la sindrome di Down e ai loro genitori: se partecipate a questi programmi, siate sempre consapevoli del rischio della ridicolizzazione. State attenti, non fatevi ingenuamente mettere alla berlina, prendere in giro. Che i genitori si informino bene, prima. Integrazione non significa ridicolizzazione. Le persone con la sindrome di Down hanno sensibilità e fragilità particolari, che vanno accostate con un'adeguata preparazione; tanto più quando si parla dei loro sentimenti più intimi, e su ciò li si interroga, com'è stato in questo caso. E se poi la trasmissione ha fatto grande audience, questo mi sconvolge ancor più: ma che cosa cerca, il pubblico? E quale sarà il prossimo passo, per avere più audience? Manderanno i giovani con la sindrome di Down al Grande Fratello? Chiedo alla signora De Filippi: «Se lei avesse un figlio così, lo manderebbe così alla berlina, in tv?».
«Assolutamente sì — risponde Maria De Filippi — non è una berlina, e la pensano come me anche molti genitori di ragazzi Down: ci scrivono entusiasti. Ecco una lettera di Mimma Pacifici, fondatrice dell'Anffas, Associazione nazionale famiglie disabili intellettivi e relazionali, fondata nel 1958: «...Sono mamma di una figlia Down di 39 anni. Mi sono commossa fino alle lacrime davanti alla trasmissione». Sabato prossimo, altri ragazzi con la sindrome di Down andranno a «C'è posta per te». Incontreranno Gigi D'Alessio.
Luigi Offeddu Corriere della Sera 01 dicembre 2005Le


Iene all'ombra dei 4 Mori

Nel corso del programma Le Iene PS, andata in onda su Italia 1 mercoledì 8 giugno, i ragazzi della Sezione sono stati protagonisti di una serie di "candid camera" con Andrea Pellizzari. Gli innumerevoli messaggi e telefonate di congratulazioni, provenienti da varie parti d'Italia, rafforzano l'impressione immediata che abbiamo avuto del grande successo della trasmissione. Fabrizio Montagnier e Andrea Pellizzari sono stati da subito coinvolgenti con una grande carica umana, che ha reso possibile un immediato feeling tra loro e le aspiranti "iene". Cogliamo qui l'occasione per ringraziare tutti coloro che hanno permesso, con la loro sensibilità ed il loro impegno, di realizzare un programma che ha saputo dare un'immagine delle persone Down ricca di humour e decisamente più vicina alla realtà che noi familiari conosciamo da vicino.
Quando si è feriti dalla diversità, la prima reazione non è di accettarla ma di negarla. È per questo, forse, che l'Agpd, l'Associazione genitori e persone con la sindrome Down, ha duramente contestato la partecipazione in tv di alcuni giovani Down.

Ha paventato il rischio della «ridicolizzazione », ha pensato che il disabile venisse usato per fare audience. Così adesso i ragazzi non andranno più in tv, anche se sono già abituati, tutti i giorni, a essere osservati con occhio diverso. Forse è un peccato che non vadano più in tv. Lo confesso. Come molti ho provato un po' d'imbarazzo quando l'altra sera ho visto Andrea Pellizzari mettere in scena un provino riservato ai ragazzi Down. Era un provino speciale per diventare «Iene».
Ma confesso altrettanto volentieri che lo sconcerto è durato molto poco e ha lasciato posto al divertimento più sincero perché la recita è stata grandiosa. Non era la prima volta che Pellizzari affrontava l'argomento e, ancora una volta, lo ha fatto con grande delicatezza e soprattutto con grande ironia. I ragazzi si sono divertiti a fare tutte le cose «cattive» che fanno le Iene, a prendere in giro la gente, a guardare il mondo con un occhio differente. I ragazzi hanno riso come matti a parlare l'inglese di Mister Brown, a mettere in scena le «cattiverie ».
E' stato, senza ombra di dubbio, il più bel servizio che il programma ha fatto negli ultimi tempi, comunque il più vicino alla realtà. Quella che, di solito, rifiutiamo. Mi è anche capitato di vedere la partecipazione di alcuni ragazzi Down a «C'è posta per te» di Maria De Filippi. Ricordo l'incontro di una ragazza con Laura Pausini. Penso sia stato uno dei giorni più belli della sua vita. Il fastidio dell' Agpdè nato forse con Ettore e Silvia, presentati come «fidanzatini»: può darsi però che il problema non stia in Ettore e Silvia ma nel concetto di «fidanzatini», che è una situazione che ci riguarda tutti.
Tutti siamo ridicoli nelle vesti di «fidanzatini ». Con senso di responsabilità Maria De Filippi ha deciso di rinunciare ai suoi piccoli ospiti: «Faccio un passo indietro: poiché l'Agpd rappresenta una parte delle famiglie Down, forse ne sa più di me. Forse avrò sbagliato». Quel passo indietro, in realtà, è un passo che facciamo tutti, è una piccola sconfitta che subiamo nel momento in cui, con ostinazione, ci neghiamo la normalità. «Quando Einstein—scrive Giuseppe Pontiggia—alla domanda del passaporto, risponde "razza umana", non ignora le differenze, le omette in un orizzonte più ampio, che le include e le supera.
È questo il paesaggio che si deve aprire: sia a chi fa della differenza una discriminazione, sia a chi, per evitare una discriminazione, nega la differenza». Certo, è molto arduo chiedere alla nostra tv di aprirsi a simili paesaggi dell'animo. E' una tv che per venti e passa ore al giorno si occupa di insensibilità, volgarità, indifferenza.Èuna tv di fronte a cui le nostre capacità intellettuali avvizziscono per mancanza di oggetti capaci di sollecitarle, preludio all'esperienza integrale della vacuità.Mase c'è un solo momento in cui una sensazione si innalza alla dignità di problema, è necessario saperlo cogliere.
C'è un libro molto bello, da cui ho già tratto una frase, che ha affrontato con radicale lucidità la storia di un ragazzo Down, un tema che riguarda la nostra condizione di uomini. È «Nati due volte » di Pontiggia. Ebbene, nel finale, c'è una pagina che sembra scritta apposta per spiegare il nostro rapporto televisivo con la questione. Come in uno schermo, a un padre appare la figura del figlio che cammina a fatica per una strada, incespica, procede con andatura sgraziata: «Alcuni lo riconoscono e lo salutano. Lui si ferma con la schiena contro l'intonaco, sempre pronto a parlare con tutti. Intuisco che certi lo trattano come un bambino.
Sono gli stessi che trattano i bambini come idioti e stabiliscono con loro, finalmente, un rapporto alla pari. Lui è in grado di dire cose che loro, probabilmente, non sanno neanche pensare, ma si limita a guardarli, mentre bamboleggiano, con il suo sorriso mite». L'altra sera in tv ho visto quell'allegria, ho colto quell'intelligenza, quella sensibilità che certo sono superiori alle mie. Mi spiacerebbe non vederlo più, il sorriso mite.
Aldo Grasso Corriere della Sera 03 dicembre 2005


Il tema spinoso della diversità e del rispetto della dignità della persona...




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phiradas


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05/12/2005 22:18
 
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francamente...
Sono un po' combattuto sull'atteggiamento da assumere...
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Re: francamente...

Scritto da: jroth 05/12/2005 22.18
Sono un po' combattuto sull'atteggiamento da assumere...



concordo pienamente!

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il nerozupon
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Re: francamente...

Scritto da: jroth 05/12/2005 22.18
Sono un po' combattuto sull'atteggiamento da assumere...





Ho molti dubbi sulla trasmissione della De Filippi, meno su quella de "Le iene".

Ogni realtà ha diritto di ricevere visibilità sui media, ma occorre rispetto per le specificità delle diverse situazioni personali, non si può trascinare nei classici meccanismi dello show televisivo persone che hanno comunque una loro fragilità.


Se si vuole fare incontrare dei giovani down con i loro beniamini per realizzare un sogno perchè farlo davanti alle telecamere?
tutto sa di spettacolarizzazione ai fini dell'audience che per certo modo di intendere la televisione è un a priori su cui neanche si discute.


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06/12/2005 19:27
 
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uhmmm io ho visto 5 minuti della trasmissione della de filippi. sinceramente la sensazione che ho avuto, ma magari è solo mia, è stata di una studiata spettacolarizzaizone, considerando che i ragazzi down vista la loro spontaneità provocavano divertimento.
per la verità frasi come "ridevamo con loro non di loro" lasciano il tempo che trovano, oltre ad essere di circostanza, a meno che a dirlo non sia il professor kipling

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11/12/2005 01:53
 
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Re:
hai visto la risposta di "Striscia"?


Scritto da: piperitapatty 06/12/2005 19.27
uhmmm io ho visto 5 minuti della trasmissione della de filippi. sinceramente la sensazione che ho avuto, ma magari è solo mia, è stata di una studiata spettacolarizzaizone, considerando che i ragazzi down vista la loro spontaneità provocavano divertimento.
per la verità frasi come "ridevamo con loro non di loro" lasciano il tempo che trovano, oltre ad essere di circostanza, a meno che a dirlo non sia il professor kipling

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11/12/2005 23:33
 
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Re: Re:

Scritto da: jroth 11/12/2005 1.53
hai visto la risposta di "Striscia"?




no, purtroppo non l'ho vista. che diceva?

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Re: Re: Re:
hanno rimandato una "Striscia la notizia" fatta da dei ragazzi down della Liguria...

Poi c'è stata una difesa di Costanzo (di se stesso e di Maria De Filippi senza mai dire che è sua moglie) su "Panorama" o "Magazine" del Corsera...


Scritto da: piperitapatty 11/12/2005 23.33


no, purtroppo non l'ho vista. che diceva?

[Modificato da jroth 12/12/2005 11.32]

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