Il Milan baby non punge:
con la Lazio è solo pari
Senza Kakà, Pirlo, Nesta, dopo l'uscita di Seedorf Ancelotti si affida a Digao in difesa e a un tridente in attacco composto da Pato, Paloschi e Gilardino. Ma alla rete di Bianchi a rispondere è Oddo su rigore
Afp
MILANO, 1 marzo 2008 - Il Milan paga assenze e turnover raccogliendo contro la Lazio il decimo pareggio stagionale. Ne viene fuori una partita mediocre, condizionata ancora una volta dall'emergenza, legata molto di più alla Champions League e all'Arsenal che incombe su San Siro. La sfida in cui a Bianchi risponde Oddo su rigore, verrà ricordata per il tridente rossonero: 71 anni in campo (Pato, Paloschi e Gilardino), come non era mai accaduto. Il margine dalla Fiorentina si riduce di un punto, ma di questo passo, da un'occasione persa e l'altra, il Milan rischia di perdere di vista il gratificante quarto posto.
Il Milan aveva due problemi: gestire le forze in vista dell'Arsenal e non permettere alla Fiorentina di aumentare il vantaggio nella lotta per il quarto posto. Carlo Ancelotti è obbligato fare scelte difficili. Senza Nesta in difesa, Kakà, Ambrosini e Pirlo in difesa, schiera un inedito 4-3-1-2, con Gattuso, Emerson e Gourcuff a centrocampo e Seedorf alle spalle di Pato e Gilardino. Di fronte una Lazio speculare con Pandev dietro a Rocchi e Bianchi e De Silvestri esterno destro in difesa. Premesse che lasciano l'amaro in bocca. Il primo tempo, per esempio, è francamente imbarazzante. Mai degno di nota, giocato a un ritmo indecente. Mal gestito dal Milan, improvvisato dalla Lazio. I rossoneri non hanno Pirlo e verticalizzano poco. Mancano uomini in grado di dare profondità al gioco, manca Kakà insomma. E non scherzano nemmeno i romani che si affidano a ripartenze scontate, con tiri velleitari. A perggiorare la situazione, a togliere quel barlume di eleganza al gioco ci pensa l'infortunio muscolare di Seedorf al 35' (un indurimento superabile), che obbliga Ancelotti a sostituirlo con Paloschi, per un rivoluzionario 4-3-3. Il Primavera, 18 anni com Pato, brilla per iniziativa, m avrebbe bisogno, al pari di Pato, che si sacrifica anche in difesa, di palle giocabili. Ma chiedere a Gourcuff giocate in grado di giustificarne la presenza in campo è un'impresa.
Cosa chiedere al secondo tempo? Ancelotti rischia non poco e getta nella mischia Digao e Ambrosini per Jankulovski e Emerson. Clamorosamente giovane (25 anni di media), il Milan diventa preda della Lazio. Fra il 6' e l'8' Kalac si supera con parate miracolose, ma non può nulla davanti alla deviazione in scivolata di Bianchi sull'assist di Rocchi. La reazione rossonera è proprzionale alla sua età. Finlamente Gourcuff fa vedere di che pasta è fatto regalando a Pato una palla magnifica, che il brasiliano di controbalzo spreca a lato. Ma si gioca a tratti. Dabo è a pezzi e Delio Rossi lo sostituisce con Mudingayi, nel momento più incisivo dei rossoneri che raggioungono il pari. Arriva su rigore, assegnato per un fallo commesso da Sivigilia su Kaladze; batte Oddo ed è 1-1. Il gol del difensore rivitalizza il Milan a cui manca, però, il guizzo decisivo, nonostante l'intraprendenza di Pato e Paloschi e la superiorità numerica acquisita al 39' della ripresa, dopo l'espulsione diretta di De Silvestri per un fallo su Pato. Avvenimento che non incide sul risultato; un pari che forse sta un po' stretto alla Lazio. Per informazioni chiedere a Kalac; probabilmente la più bella sorpresa del Milan: ancora una volta decisivo.
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