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19/02/2023 12:12

Per non dimenticare:

Respinta l'eccezione di costituzionalità  presentata dal pm Colombo
Archiviato il caso dell'attaccante passato dal Torino al Milan
Per il processo Lentini
prosciolti Berlusconi e Galliani


MILANO - Il caso Lentini è chiuso. Gli imputati sono stati tutti prosciolti per intervenuta prescrizione. La seconda sezione penale del tribunale di Milano, presieduta da Vincenzo Perrozziello, ha infatti archiviato il caso del calciatore Gianluigi Lentini, passato dal Torino al Milan. Un acquisto fatto in parte alla luce del sole, per il resto con un pagamento fuori bilancio: a Gianmauro Borsano, presidente del Torino, andarono infatti, secondo l'accusa, 10 miliardi delle vecchie lire. Soldi mai iscritti in bilancio, dunque in nero. Imputati nel processo il premier Silvio Berlusconi, all'epoca presidente del Milan, Adriano Galliani, amministratore delegato e Massimo Maria Berruti, l'avvocato che perfeziono il contratto di cessione dell'attaccante. Tutti e tre erano accusati di falso in bilancio.

Ma oggi la seconda sezione penale del Tribunale di Milano ha respinto l'eccezione di legittimità  costituzionale della legge del falso in bilancio, avanzata, come in altri processi, dal pm Gherardo Colombo. Secondo i giudici infatti né la Corte di Giustizia europea né la Corte Costituzionale possono riscrivere le leggi penali. "I giudici debbono applicare le leggi anche quando possono apparire sgradite o discutibili", ha commentato Ennio Amodio, difensore di Silvio Berlusconi. "L'eccezione dell'accusa - spiega Amodio - mirava a far rivivere il vecchio sistema e a cancellare la nuova legge sul falso in bilancio. Ma la risposta del Tribunale è stata perentoria: spetta al Parlamento legiferare".

 
Nel contratto ufficiale di acquisto di Lentini depositato alla Lega Calcio si indicava come cifra di pagamento 18 miliardi e mezzo delle vecchie lire. Ma secondo il capo di imputazione altri 10 miliardi sarebbero stati pagati all'allora presidente della società granata Gianmauro Borsano. Circostanza ammessa dallo stesso Borsano e poi verificata attraverso lo svolgimento di rogatorie con la Svizzera. Ricostruiti i passaggi della trattativa, la procura della Repubblica di Milano contestò il reato di falso in bilancio (per Berlusconi e Galliani come amministratori della società  rossonera, per Berruti come concorrente esterno). Per quanto riguarda la posizione processuale di Borsano, l'ex presidente del Torino non fu inquisito a Milano, ma a Torino doveva aveva altre pendenze (tra cui la bancarotta) e dove ha poi patteggiato.

(La Repubblica, 5 novembre 2002)
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